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Gramsci Antonio

Nato ad Ales (Or) il 12.1.1891.

Ex deputato, comunista. (pseudonimo: lo zio)

Si avvicina alle idee socialiste sotto l’influenza del fratello Gennaro in Sardegna e si iscrive nell’anteguerra al Psi. “Fervente cultore di studi economici e sociali, apprezzato per la sua non comune cultura e la sua versatilità di ingegno”. Studente fuori corso al quarto anno di belle lettere, trae i mezzi di sostentamento dai sussidi inviatigli dalla propria famiglia.

Collaboratore anonimo de il Grido del popolo, redattore de l’Avanti!, ove inserisce articoli sotto la rubrica “La Mole”.

E’ iscritto alla locale Camera del lavoro e, mantenendo contegno deferente verso le autorità, non partecipa alle manifestazioni di piazza ma prende parte a riunioni e convegni socialisti, fino a partecipare al Congresso Giovanile Socialista tenutosi nell’agosto 1918 a Vercelli. Il 25.2.1918 è anche denunciato alla locale procura per correità in favoreggiamento alla diserzione, insubordinazione e propaganda sovversiva contro la guerra. L’11.5.1919 è eletto membro della commissione esecutiva della sezione socialista torinese dopo che, nell’aprile 1919, aveva fondato con altri Ordine nuovo, un settimanale di cui diviene direttore nel gennaio 1921 allorchè la rivista si trasforma in quotidiano.

Tra i fondatori del PCdI nel 1921, nel febbraio 1923 è colpito da mandato di cattura per insurrezione contro i poteri dello Stato: si trova a Mosca dal giugno 1922, quale rappresentante del partito comunista italiano nell’Internazionale. Si trasferisce a Vienna nel 1923 ed è tra i fondatori de l’Unitài nel febbraio 1924. Rientra in Italia nello stesso anno e quale nuovo segretario comunista, secondo notizia confidenziale, ha assunto lo pseudonimo “lo zio”.

E’ segnalato per la sua intensa attività svolta nelle isole e nel Mezzogiorno con lo scopo di costruire un ampio consenso tra i giovani e i contadini.

Eletto deputato nel 1924, sostituisce Bordiga quale segretario del PCdI. Nel 1925 è denunciato per la pubblicazione di stampa sovversiva. Privato dell’immunità parlamentare all’inizio del novembre 1926, è arrestato il 9.11.1926: la commissione provinciale lo confina a Ustica per 5 anni. Qui è colpito da mandato di cattura e arrestato per creazione di esercito rivoluzionario, cospirazione, propaganda, istigazione di militari alla disobbedienza, istigazione alla lotta armata contro le classi borghesi e il Pnf, oltraggio, vilipendio ecc.

Il Tribunale Speciale lo condanna il 4.6.1928 a 10 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione, più il pagamento di una multa di 6200 lire. Inviato nel penitenziario di Turi, nel luglio 1929 si scrive che “il detenuto Gramsci Antonio serba regolare condotta, in genere durante il giorno legge continuamente ed all’ora stabilita per l’aria esce a passaggio”.

Trasferito nel penitenziario di Civitavecchia, il 7.12.1933 è tradotto alla clinica Consumano di Formia. Liberato condizionalmente il 25.10.1934.

Muore nella clinica Quisisana di Roma il 27.4.1937. Del periodo del carcere rimane il patrimonio culturale, politico, umano rappresentato dai Quaderni e dalle Lettere.

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