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Cianca Claudio

Nato a Roma il 4 settembre 1913 da Renato, attivo antifascista. È arrestato a Roma con il padre il 16.10.1933 a seguito del noto attentato in piazza San Pietro. “Non solo ha rivendicato la responsabilità del suo gesto, ma ha dichiarato di essere disposto a compierne altri, pur di raggiungere il suo scopo e cioè la soppressione di S.E. il capo del governo”.

Scrive di lui la questura di Roma: “trattasi di elemento socialmente pericolosissimo imbevuto delle teorie sciopenauariane e deve considerarsi un anarchico individualista”. Il 20.3.1934, il Tribunale Speciale lo condanna a 17 anni di reclusione per “attentato al duce ed atti tendenti a provocare la strage”. L’ordigno era, in realtà, rivolto contro la politica del Vaticano, accusato di favorire il regime fascista  e serviva per dimostrare alle migliaia di pellegrini convenuti a Roma per l’Anno Santo che il regime fascista era odiato e combattuto dai movimenti di opposizione popolare.

Sconta questa pena a Civitavecchia e a S. Gimignano. Rifiuta di associarsi alla domanda di grazia inoltrata dalla madre. Viene liberato il 9.9.1943.

Dopo l’8 settembre partecipa alla guerra di Liberazione e dirige nel Lazio le formazioni partigiane del movimento Giustizia e Libertà. È poi nelle brigate garibaldine, poiché nel corso della lotta armata aderisce al partito comunista.

Eletto deputato nel 1953 e nelle successive legislature, diviene segretario della Camera del lavoro di Roma e provincia. È membro della presidenza dell’Anppia per molti anni. Muore il 22 febbraio 2015.

Nel 2009 viene pubblicato dalla Ediesse un libro con dvd a cura di Giuseppe Sircana, dal titolo Il mio viaggio fortunoso, in cui Claudio Cianca, quasi centenario, ripercorre la storia e le esperienze dei difficili anni del ventennio fascista e del dopoguerra.

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